Quando nascono i figli dove vanno a finire la logica e il buon senso? A puttane “I suppose”.
Tutto all’inizio, anche se solo per un attimo, ti sembra perfetto. Cosa vuoi che ti faccia quel tenero profumato batuffolo paffutello se non sorriderti e amarti incondizionatamente?
Poi inizi a scontrarti con l’ordinaria amministrazione: ragadi, cacche, rigurgiti, insonnie, la sua voglia di piangere ma soprattutto la tua voglia di piangere. Tutto quello che ti costa una fatica sovraumana fa sempre parte comunque, e lo dici digrignando i denti, della maledettissima ordinaria amministrazione, o almeno così dicono i manuali. Fino a che, al primo intoppo, tutto crolla, come un castello di carte davanti a una finestra aperta.
“È otite signora mia” – dice la pediatra – “Per comodità gli somministri pure l’antibiotico con una siringa senz’ago, vedrà che farà prima.”
“Devo somministrarlo nell’orecchio dolorante o va bene anche in quell’altro?”
Il suo sguardo mi pietrifica.
“Ma quando stavamo distribuendo la logica signora mia lei si era messa nella fila per dare le noccioline alle scimmie, giusto?“